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Maserati Ghibli e Renault Espace: il Diavolo e l’Acquasanta

Abbiamo provato su strada due automobili che più diverse fra loro non potrebbero essere: dall’impostazione alla linea, dal carattere alla clientela. Eppure le abbiamo gradualmente scoperte meno lontane di quanto sembri, fino al punto di trovare diversi aspetti in comune: da un’immagine fuori dal coro all’accuratezza delle finiture, dalla tecnologia avanzata di cui sono dotate, alle prestazioni esaltanti riferite al segmento d’appartenenza

Maserati-Espace

Il Diavolo e l’Acquasanta: da un lato la Maserati Ghibli, erede di una dinastia di auto sportive a elevatissime prestazioni, orgogliosa dimostrazione di quell’italian way del «saper fare» che il Pianeta intero ci invidia e che è oggi interpretato da un’affascinante e potentissima grande berlina. Dall’altro, la più recente versione della Renault Espace, ultimo anello di continuità di un’icona del mondo automobilistico che non contenta di aver inventato il moderno concetto di monovolume, riesce sempre a reinventare se stessa ed è sulla breccia da oltre trent’anni.

Maserati Ghibli

Maserati Ghibli

Il Diavolo è perfettamente incarnato dalla Ghibli, dalla sua potenza e velocità e dalla peccaminosa (per il Codice della Strada) sensazione che il pedale destro ci regala nello scaricare a terra duecentosettantacinque cavalli sulle ruote motrici posteriori, il tutto condito dal piacere di confrontarsi con un simbolo della storia dell’auto. Al solo vederla, la Maserati sembra non chieda altro che di scatenarsi, ma sa essere comprensiva con chi preferisse guidarla in pantofole, evitando di ricorrere all’apertura dello scarico, sempre adrenalinico.

La berlina del Tridente costa circa 70.000 euro, ha un performante motore turbodiesel da 2.987 cc ed è offerta in due livelli di potenza, 250 o 275 cavalli (oggetto del nostro test).

Renault Espace

Renault Espace Initiale

L’Acquasanta: la comodità assoluta dell’Espace, il vivere immersi in un ambiente a misura di uomo (& famiglia), un salotto il cui comfort ci fa dimenticare la sofisticata tecnologia e le quattro ruote sterzanti che ci accompagnano in finta souplesse grazie ad un millesei turbodiesel con potenze degne di ben altre cilindrate. Eppure, questo tranquillo veicolo per lunghe e pacate escursioni, è capace di sorprendere grazie alla sua doppia natura che si rivela semplicemente azionando i comandi giusti, dove sfodera prestazioni del tutto inaspettate.

Più accessibile – ma tutto sommato non lontanissima, con i suoi 50mila euro, dal listino base del Tridente – la monovolume francese ci mette a disposizione «solo» (si fa per dire) centosessanta cavalli.

A breve pubblicheremo i test su strada dei due modelli effettuati da Motori360. 

[ Roberta Di Giuli ]