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Mobilità: come cambiano gli italiani?

Le nuove offerte di servizi sulla mobilità, hanno drasticamente modificato le abitudini degli italiani. Aumenta il ricorso al car sharing e al noleggio a lungo termine, considerato più ecologico ed economico, ed esente da imprevisti. Conseguenza della crisi economica o, più semplicemente, un’incoraggiante, sempre più diffusa mentalità aperta all’innovazione?

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Nelle grandi città lo si nota immediatamente: il gran numero di Smart bianche e blu marcate Car2Go, e di Fiat 500 «rosso Ferrari» di Enjoy conferma come il concetto del car sharing, fino a pochi anni fa associato a una modalità riservata a pochi eletti, si sia definitivamente sdoganato anche presso i più irriducibili diffidenti. Che mai avrebbero pensato fosse possibile utilizzare un’automobile pagando «un tanto al minuto», prendendola dove capita e lasciandola dove si può. Definitivamente consolidato anche il noleggio a lungo termine, e tutte le forme possibili di leasing: il fatturato in questo settore, nel 2015, è destinato a salire del 5,3%, e a scegliere questa formula per il proprio parco automezzi sono sempre più soggetti giuridici. indifferentemente aziende private, ed enti pubblici. A preferire il leasing, in Italia, sono state già 2.400 Pubbliche Amministrazioni, e 65.000 Aziende: sono alcuni dei risultati contenuti in uno studio di AreaRenting, leader nel settore del leasing.

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Per Luigi Elia di AreaRenting “Il noleggio a lungo termine consente un risparmio di circa il 30%, con auto sempre di ultima generazione, sicure e a minor impatto ambientale”. A influenzare questo cambio di passo ha certamente contribuito l’inasprirsi delle dinamiche economiche e finanziarie: basti pensare che, rispetto a cinque anni fa, oltre un quarto degli italiani (il 27%, per l’esattezza) usa meno la propria automobile. Il calo è invece del -19%, se confrontato allo scorso anno. I mezzi di trasporto alternativi, quindi, piacciono. E piacciono al punto da cambiare le abitudini degli italiani sulla mobilità, al punto da convincerli a rinunciare all’auto di proprietà”.

I mezzi pubblici sarebbero l’alternativa più ecologica ed economica, ma vengono scelti solo dal 15% degli intervistati perché giudicati inefficienti. È l’amara considerazione che deriva da una visione prettamente pauperistica, che per anni ha afflitto (e affligge spesso tuttora) gli assessorati delle grandi città: si considera, infatti, il trasporto pubblico come una soluzione di basso profilo, destinata come inevitabile per chi non ha alternative. Non ha avuto successo, evidentemente, la scelta premiale del trasporto pubblico come soluzione «smart», basata sull’utilizzo del mezzo pubblico anche (e soprattutto) sull’adesione ideologica degli utenti. Attratti dalla piacevolezza di soluzioni confortevoli, sicure e, perché no, anche simpatiche da usare. Quando Cotral (l’azienda di trasporto su gomma del Lazio) reintrodusse i bus a due piani su alcuni collegamenti, vide crescere sensibilmente il gradimento dell’utenza. E il Minimetro di Perugia non sarà mai, magari, un sistema di trasporto remunerativo per l’ente gestore (con quello che è costato, si dice, avrebbero potuto comprare oltre 1500 autobus): di certo, tuttavia, è un modo piacevole, simpatico e «divertente» di spostarsi dal fondovalle al centro di città, in cima alla collina su cui sorge il capoluogo dell’Umbria. Non diciamo che è come andare sulle giostre, ma quasi.

Tornando al car sharing, è una formula particolarmente conveniente se si devono fare tragitti brevi, o se si utilizza l’automobile sporadicamente. Una formula che viene scelta principalmente dai giovani: il 70% ha meno di 40 anni. Si tratta, però di una soluzione che presenta alcune criticità, come l’elevato costo sul lungo periodo, il rischio di non ritrovare l’auto dove la si era parcheggiata (perché presa da un altro utente), e la non copertura di tutte le città italiane. Per chi utilizza l’automobile abitualmente, è invece più conveniente in termini economici e di disponibilità il noleggio a lungo termine. Una formula alla quale si rivolgono principalmente le aziende private e le pubbliche amministrazioni, ma che sta rapidamente prendendo piede anche presso i clienti privati.

Il noleggio a lungo termine, come sappiamo, consente di utilizzare un’automobile come se fosse di proprietà scegliendola come se la si acquistasse, ma versando un costo complessivo inferiore. Il canone mensile, infatti, è comprensivo di costo «dell’acquisto», assicurazione, bollo, manutenzione ordinaria e straordinaria, consulenza e assistenza costante.

“Il noleggio a lungo termine è da anni la soluzione preferita migliaia di aziende private o enti pubblici, perché economicamente più vantaggioso rispetto all’acquisto”. – commenta ancora Luigi Elia. “Ad esempio, nel caso di una city-car, il risparmio medio è di circa il 28%, mentre per le auto di lusso o i SUV è del 13%». Oltre all’aspetto puramente economico, un altro vantaggio è rappresentato dalla possibilità di cambiare con maggiore frequenza l’automobile senza essere «incastrati» nel sistema della proprietà. Un sistema che spesso non consente di di scegliere liberamente ma di dover seguire il marchio e il modello che si interfacciano al meglio con il ritiro del veicolo usato o addirittura non riuscire a cambiare auto per problemi di ricollocazione sul mercato dell’usato (vedi fenomeno dei SUV di 3.000 di cilindrata), avendo, così, l’opportunità di guidare veicoli sempre di ultima generazione, con sistemi di sicurezza sempre più avanzati e con minori emissioni di CO2. “Sono proprio questi ultimi aspetti, la sicurezza e il rispetto per l’ambiente, che stanno convincendo sempre più privati”, conclude Elia.

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E se il noleggio a lungo termine sembra lanciato verso una strada costantemente in salita, il car sharing ha sì molte frecce nel suo arco, e può ancora crescere. Ma a condizione di impostare, con attenzione, gli equilibri finanziari e il punto di pareggio.

La recente decisione di Car2Go, che proprio da oggi ha ridimensionato, pesantemente, il perimetro operativo del proprio servizio a Roma e Milano (pur compensandolo, in questo caso, con la disponibilità delle auto anche in alcuni comuni dell’hinterland) pone una seria riflessione sulla capacità di gestione del sistema di generare, nel tempo, un consistente flusso di cassa così da produrre adeguati utili nel lungo periodo. Ulteriore riflessione meritevole d’approfondimento, l’opportunità di utilizzare il car sharing come strumento di lancio per la mobilità elettrica. Soluzione già intrapresa da tempo in alcuni paesi europei, dove è normale utilizzare smart o Citroën C-Zero a motore elettrico, in una logica «apripista» verso quei veicoli ritenuti ancora innovativi dalla collettività.

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Altro argomento che può stimolare una redditività del car sharing, senz’altro la possibilità di utilizzare veicoli diversi dallo stesso operatore. Una scelta seguita – almeno per ora – solo da Enjoy, che mette a disposizione della propria clientela la 500L in alternativa al modello 500 tradizionale e, proprio oggi, presenta nel capoluogo lombardo il servizio di scooter sharing, con una flotta di 150 Piaggio Mp3, lo scooter a tre ruote che, di fatto, costituiscono la prima flotta italiana di scooter in condivisione. Il servizio, attivo sarà anch’esso in free floating, ossia consentirà di prelevare e lasciare il tre ruote di Pontedera in qualsiasi punto della città senza problemi di divieto di posteggio. Lo scooter sharing a tre ruote per il momento sarà attivo soltanto a Milano, mentre nelle altre città dove è presente il servizio Enjoy (Roma, Firenze e Torino) l’avvio dipenderà dal successo ottenuto nel capoluogo lombardo e dall’analisi della potenziale domanda locale.

[ Alessandro Ferri ]