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ANEIS: addio equi risarcimenti per il danneggiato

Il Governo, d’accordo con le Assicurazioni, taglia i risarcimenti alle vittime della strada. A poco più di un mese dalla approvazione da parte del Governo del DDL concorrenza contenente tra l’altro la Riforma della RC Auto, i malumori e le proteste diventano sempre più forti. Renzi parla di un provvedimento che sfida le lobby, ma le associazioni delle Vittime della Strada e dei professionisti che operano in questo campo quali i Patrocinatori Stragiudiziali, Medici Legali e Avvocati gridano alla truffa.

Luigi Cipriano, Presidente ANEIS (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale), è stato fra i primi critici di queste riforme: “Le martellanti campagne di disinformazione che le compagnie mettono in campo influenzano sempre più un legislatore disattento e credulone, colpevolmente ignorante in materia, trasformandolo nel più strenuo difensore degli interessi delle lobby assicurative piuttosto che il garante dei diritti degli Italiani. Gli interessi economici fatti valere più del diritto alla salute, con buona pace della nostra Costituzione”.

“Non si può parlare di risarcimenti per gravi o gravissime lesioni e pensare a modifiche vantaggiose per i consumatori. I consumatori sono gli automobilisti che pagano la polizza e che quando vengono coinvolti in un sinistro e subiscono lesioni diventano vittime.  Sono certo che se un consumatore sapesse e capisse che risparmiare 100 euro sulla polizza significa ottenere un risarcimento ridotto e non equo, rinuncerebbe allo sconto – spiega Cipriano – Le modifiche alle norme esistenti dovrebbero favorire i danneggiati, tutelando il fondamentale diritto alla salute, come sancito dall’art.32 della nostra Costituzione, mentre così non è. Per far ciò basterebbe un tavolo di concertazione composto da veri esperti quali l’ANEIS, l’Associazione Vittime della Strada, Valore Uomo, l’OUA, il SISMA e la SMLT per i medici legali, l’Ordine dei Medici, tutti in rappresentanza delle «vittime» dei sinistri e i Politici interessati al DDL Concorrenza, solo cosi le varie problematiche verrebbero discusse e sviscerate completamente e si potrebbero formulare e concordare modifiche sensate e serie che, senza gravare economicamente sui floridi bilanci delle compagnie, favoriscano finalmente i cittadini, sia come danneggiati sia come assicurati”.

Da sottolineare come nell’intervallo 2000-2014 la diminuzione del numero degli incidenti si è attestata al 60%, livello che porta l’Italia vicina alla media europea. Gli esborsi per i risarcimenti sono pertanto di molto calati, ma nello stesso periodo le polizze sono aumentate addirittura del 220% e più. “Con questi numeri come è possibile che le Assicurazioni dichiarino il settore in perdita? Ma soprattutto come mai il Governo, pur avendo a disposizione precisi dati dell’Istat continua a credere alla bugie delle assicurazioni? Dal 2000 in poi il legislatore – spiega Ciprianonon ha fatto altro che emanare provvedimenti a favorire le Assicurazioni a totale discapito dei danneggiati, tagliando continuamente e costantemente i risarcimenti, dapprima per le micro invalidità, ora anche per le macro invalidità. Nel 2011 la Cassazione ha stabilito che il risarcimento del danno biologico debba avvenire applicando le tabelle predisposte dal Tribunale di Milano, nel 2013 la Cassazione ha ribadito il concetto, ma il Governo, sempre molto sensibile ai desiderata delle compagnie, ora vuole metter mano anche agli importi dei risarcimenti per le macro permanenti, dimezzandoli, alla faccia dell’equità”.

A sentire le parole del Presidente Cipriano pare proprio che le Assicurazioni possano con disinvoltura affermare qualunque cosa e soprattutto far credere al legislatore che il sistema R.C. Auto sia in una fase di emergenza e abbisogni di correzioni immediate. Basterebbe al Governo un banale controllo attraverso Istat, Polizia e, perché no, Agenzia delle Entrate per rendersi conto che i bilanci delle compagnie sono più che floridi anche e soprattutto per la R.C. Auto, ed evitare di emanare provvedimenti che rafforzano la loro già indiscutibile posizione di previlegio, oltretutto senza nessuna certezza di una contropartita a favore dei cittadini e quindi dell’economia del paese.