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Auto elettriche: e se domani fossero troppe?

La diffusione delle auto elettriche, malgrado le difficoltà nel reperire punti di ricarica e i costi di acquisto, procede costantemente. Non ci stupiamo più nel vedere – e soprattutto, nell’ascoltare – auto, furgoni e minibus procedere silenziosamente nel traffico… Ci sorprende invece – e già ce ne accorgemmo nell’estate del 2013 (cfr. articolo) come le colonnine di ricarica per i veicoli siano ancora tutt’altro che capillari. Ci sorprende anche – ma un po’ meno – l’assenza di serie politiche di incentivazione nella costruzione di colonnine in spazi comuni (condomini, garage pubblici, parcheggi di supermercati, ecc.).

L’immagine che abbiamo catturato quest’oggi a Roma, in Piazza Indipendenza – una grossa Tesla sembra lottare con una piccola smart per contendersi lo spazio di ricarica – dimostra tangibilmente la necessità di intervenire preventivamente sulla nuova mobilità elettrica. Una materia a se stante, sviluppatasi tra indecisioni e sovrapposizioni, che preme verso concrete politiche di supporto per agevolare la progressiva tendenza dei consumatori a fruire dei benefici che può garantire.

In Giappone gli impianti di ricarica sono ormai più numerosi dei distributori di carburante, e in Francia sono previsti contributi fino a 13mila euro per l’acquisto di un veicolo elettrico. E gli incentivi per l’introduzione di impianti di ricarica sono la combinazione di avanzate soluzioni fiscali, finanziarie e burocratiche. Se guardassimo con più attenzione a quel che avviene oltreconfine, avremmo tutti da guadagnare.

 

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