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Volare nei Paesi Baltici? Un rischio!

Gli aerei militari russi, senza transponder e in silenzio radio, creano all’aviazione civile notevoli problemi di sicurezza in quell’area

Il colonnello David Pletz, comandante della forza aerea canadese in Lituania, e il colonnello Francisco Dionisio, comandante del distaccamento della forza aerea portoghese, dona simbolicamente la chiave di comando della polizia aerea nei Paesi baltici al colonnello italiano Marco Bertoli nel corso della cerimonia di passaggio delle consegne presso la base aerea di Siauliai in Lituania il 31 dicembre 2014

Il colonnello David Pletz, comandante della forza aerea canadese in Lituania, e il colonnello Francisco Dionisio, comandante del distaccamento della forza aerea portoghese, dona simbolicamente la chiave di comando della polizia aerea nei Paesi baltici al colonnello italiano Marco Bertoli nel corso della cerimonia di passaggio delle consegne presso la base aerea di Siauliai in Lituania il 31 dicembre 2014

Come dichiarato ai giornalisti nel corso di una recente visita del comandante della base aerea di Amari in Estonia, l’attività dell’aviazione russa in quella regione è aumentata considerevolmente negli ultimi mesi, come risposta alla crisi ucraina seguita all’annessione della Crimea alla Russia. Anche la decisione dell’Ucraina del 22 dicembre 2014 di rinunciare alla sua condizione di paese non allineato, preannunciando di fatto ad una sua prossima adesione alla NATO in modo da assicurarsi la protezione nei confronti della Russia, ha contribuito sensibilmente a creare questa situazione di forte tensione.

02_Tupolev TU-95 Bear

Da un rapporto della NATO, questo aumento dell’attività aerea crea un reale pericolo per il traffico aereo commerciale, in quanto gli aerei russi volano sempre senza un piano di volo e senza transponder, inoltre non sono in contatto radio con il controllo del traffico aereo ATC (Air Traffic Control) volto a prevenire eventuali collisioni aeree. Al fine di ridurre questo rischio, le autorità militari di Estonia e Finlandia hanno deciso di condividere con gli operatori civili del traffico aereo le varie informazioni dei radar. Ma basterà?

Moscow (2009-05-09)

Nell’ultimo mese si sono verificati diversi sconfinamenti da parte di aerei militari russi, la settimana scorsa una pattuglia di caccia F-16 norvegesi ha intercettato sul Mare di Norvegia una formazione di otto aerei russi, tra i quali quattro aerei cisterna Ilyushin IL-78 e due bombardieri Tupolev TU-95 Bear scortati da 2 caccia Sukhoi.

È evidente che la situazione nei cieli di quelle regioni è inquietante e per contribuire alla sicurezza dei voli civili, ma anche a protezione dei confini europei, in particolare delle repubbliche baltiche Estonia, Lettonia e Lituania, l’Aeronautica Militare Italiana è presente dal 2 gennaio 2015 presso la base di Siauliai in Lituania con quattro Eurofighter Typhoon.

I nostri velivoli vanno ad affiancarsi ai quattro F-16 belgi della base di Malbork in Polonia, ai quattro MIG-29 Fulcrum polacchi e ai quattro Typhoon spagnoli operanti presso la base di Amari in Estonia.

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I 4 caccia italiani inviati a pattugliare e vigilare sui cieli del Baltico, provengono dal 37° Stormo di Trapani-Birgi, dal 36° Stormo di Gioia del Colle e dal 4° Stormo di Grosseto.

L’Eurofighter Typhoon è un caccia di ultima generazione che può raggiungere i 2.495 km/h, ovvero superare i 2 mach, due volte la velocità del suono. È lungo 16 metri, ha una apertura alare di 11 metri ed una autonomia di 3.700 km. Molto potente anche il suo armamento che comprende cannoni Mauser BK27, bombe a guida laser e Mk82, 83 e 84 da 500 a 2.000 libbre, ma anche missili di vario tipo a guida radar e infrarossi.

[ Paolo Pauletta ]