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Federazione Pesca in Apnea contro distanze dalla battigia


In questi giorni la Federazione Italiana Pesca in Apnea ha inviato ad Altero Matteoli – ministro delle infrastrutture e dei trasporti , e a Francesco Saverio Romano – ministro delle politiche agricole alimentari e forestali una istanza di promozione di un progetto di legge per l’abrogazione o la riforma delle norme che regolano la distanza minima alla quale i pescatori in apnea devono tenersi dalle coste.
Tali norme attualmente sono in forte contrasto con quelle che regolano la distanza minima a cui devono tenersi imbarcazioni e natanti.
Infatti la pesca subacquea non può mai essere praticata a distanza inferiore da 500 metri dalle spiagge frequentate da bagnanti mentre al contrario la navigazione da diporto è consentita a distanze che variano tra un massimo di 300 metri e, in alcuni casi, un minimo di 100 metri, in quanto regolate dalle Capitanerie di Porto a seconda delle specificità morfologiche delle coste.
“Con l’attuale legislazione i praticanti della nostra disciplina sono messi a rischio dallo stesso rispetto delle leggi perché i pescatori in apnea che partono da terra per giungere alla distanza minima di 500 metri dalla costa sono costretti ad attraversare intere fasce di mare nelle quali, causa una maggiore distanza dai bagnanti, le imbarcazioni da diporto procedono a velocità elevate esponendo i pescatori in apnea a pericoli per la propria sicurezza e incolumità facili da immaginare.
Vorremmo che la regolamentazione per la pesca in apnea preveda una distanza minima di 100 metri al posto degli attuali 500.
Tale azione, mirata ad aumentare la sicurezza dei pescatori in apnea, ma anche di tutti i bagnanti in genere, vuole cercare di ridurre il numero degli incidenti in mare provocati dalle imbarcazioni da diporto nei confronti dei bagnanti, che, come emerge ogni anno dalla cronaca giornalistica, sono numerosissimi ,molti dei quali gravissimi o mortali.
Sebbene richieste in questo senso non siano una novità, F.I.P.I.A. ha ritenuto fosse il momento di un intervento formale e diretto, in cui delle proposte concrete venissero poste all’attenzione dei Ministri competenti.