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Denuncia dell’ACI, in Italia sicurezza sì, ma con parsimonia


Gli italiani primeggiano in classifica. Sono coloro che raccolgono i maggior punti percentuali tra i conoscitori di tecnologie per sicurezza, mezzi che sempre di più si aggiornano, connotano l’auto, diventano elementi paralizzanti nella scelta della macchina di famiglia. Il che è cosa buona e giusta: le strade mortali, i climi rigidi, i guidatori in stato di ebbrezza, fanno si che il conducente sia previdente ai rischi che si corrono sulle strade, e sia sempre più attento.
Ma poi arrivano i dati. E il sorriso stride.
Un ottimo 62% degli italiani intervistati sa cosa è lo “speed alert”, sistema utile al guidatore per costatare il superamento dei limiti di velocità: si evitano inconvenienti, multe, e perdita dei punti. Buono. Gli italiani sono più esperti degli altri automobilisti europei, con un distacco dal resto dell’Unione Europea di un 2% netto. Un vantaggio, tenere sottocontrollo la velocità, soprattutto per chi percorre quei tratti autostradali che in Italia fanno la cronaca quotidiana, e le stragi del sabato sera.
A scorrere la classifica sulle tecnologie conosciute dal popolo italiano, come ad esempio il monitoraggio degli angoli ciechi, i fari adattivi e i sistemi per le frenate di emergenza, gli automobilisti stranieri ci superano e sono più preparati di noi. Viene da chiedersi il perché di primati da una parte e risultati deludenti da altri. Che i guidatori di casa nostra temano flash di autovelox molto più che sbandate in altre corsie?
Cifra pari, invece, per quanto riguarda la conoscenza dell’ ESP (controllo elettronico della stabilità) che a questo punto porta i maliziosi a pensare che ciò sia il frutto delle nuove leggi stradali: effettivamente su tutte le nuove immatricolate dal 2011 l’ESP diventa di serie. Le auto di domani saranno, dunque, sempre più sicure…
Lo Speed Alert rimane confinato tra i mezzi di sicurezza per chi ha i il piede pesante e il pensiero leggero, forse distratto da altro. Tutto ciò è male alla guida. Vinciamo un primato sì, ma forse non è del tutto positivo… se si pensa che sia l’unico.
Il presidente dell’ACI, Enrico Gelpi dichiara: “Rispetto alla prima edizione di eSafety Challenge organizzata da noi a Roma nel 2009, la consapevolezza degli automobilisti sull’utilità di questi dispositivi è cresciuta del 10%. L’80% dei conducenti dichiara di aver affrontato almeno una volta una situazione di grave pericolo al volante, ma solo la metà di questi è disposto a spendere di più per dotare la auto dei più avanzati sistemi per la sicurezza stradale. Ciò evidenzia quanto c’è ancora da fare sul piano della formazione, con l’aiuto anche delle Case automobilistiche”.
Ci vorrà ancora del tempo, insomma, intanto ecco l’italiano medio entrare nel mondo della tecnologia, conoscere i nuovi mezzi, le evoluzioni a partire, ovvio, dalle più facili e dalle più utili alla guida. E da quelle tanto efficaci per la sicurezza in auto, quanto per il portafogli.