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Volkswagen Golf, splendida quarantenne

Come una donna bella e sicura di se, la berlina più venduta in Europa compie, con fascino e successo immutati, i suoi primi quarant’anni

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La berlina (sempre un po’ meno) media di Wolfsburg, costante punto di riferimento della sua categoria e spina nel fianco delle dirette concorrenti, ha superato, assieme ai suoi 40 anni, il traguardo dei 30 milioni di esemplari venduti (il mitico Maggiolino si fermò «solo» a quota 21,5 milioni). Come la bella donna di prima, sempre uguale a se stessa ma sempre diversa, ha saputo non invecchiare ma mantenersi al passo coi tempi, con il cambiamento di gusti e costumi, regolamenti comunitari ed evoluzioni tecnologiche.

La stessa Volkswagen ha definito la sua creatura come il classico esempio di auto «inossidabile»: qualcuno può smentirla?

1974: Golf I

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Wolfsburg, 29 marzo 1974: La prima Golf mai prodotta raccoglie il testimone dal celeberrimo Maggiolino passando dal tutto dietro longitudinale a sbalzo al tutto avanti trasversale: un cambiamento radicale e l’inizio di una nuova epoca sottolineato da contenuti tecnici ed una linea di rottura rispetto al passato, dovuta a Giorgetto Giugiaro.

A dir la verità la trazione anteriore aveva debuttato sulla Passat circa un anno prima del lancio della Golf ma essendo un’auto pertinente ad un segmento superiore, non aveva logicamente fatto registrare i volumi di vendite che sarebbero divenuti propri di quest’ultima.

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In poco più di due anni (marzo ’74 – ottobre ’76) la Golf venne venduta in 1 milione di esemplari per essere poi affiancata dalla Golf GTI che, sportiva ma fruibile, avrebbe lanciato una nuova concezione dell’auto di famiglia. Sempre nel ‘76 arrivò anche la Golf D aspirata, mentre la GTD arrivò sei anni dopo. Altro passo importante fu nel ’79 il lancio della versione Cabrio che conobbe un grande successo di vendite conquistando la palma di scoperta più venduta di quel periodo.

1983: Golf II

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Non solo più spazio a bordo ma anche una ventata di novità tecniche: fu la prima vettura del segmento ad adottare man mano il catalizzatore seguito da ABS, servosterzo e, con la versione Syncro del 1986, anche la trazione integrale, quest’ultima sulla Syncro del 1986.

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La Country del ’90 che oltre ad essere 4×4 aveva un assetto rialzato e protezioni lungo tutta la carrozzeria; prodotta solamente fino a dicembre del 1991, è oggi piuttosto ambita dai collezionisti.

Va inoltre ricordato che nel 1989 la Volkswagen presentò due prototipi, sempre su base Golf, un full electric ed un ibrido.

1991: Golf III 

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Sicurezza: ecco la parola d’ordine per questa terza versione della Golf che ricevette nel ’92 gli airbag frontali anteriori ed una nuova scocca progettata in modo da migliorare la resistenza agli urti. Questa terza generazione fu caratterizzata da una serie di continui aggiornamenti tecnici che la accompagnarono per tutto l’arco del suo periodo di produzione: dal cruise control al catalizzatore ossidante per i motori Diesel (1991), dall’iniezione diretta sul propulsore a gasolio (il TDI del 1993 e lo SDI del ‘95) e gli airbag laterali (1996). Inoltre, a partire da quell’anno, tutte le Golf vennero equipaggiate con ABS di serie.

Sempre in tema di tecnica vanno citate la VR6, la prima Golf ad essere equipaggiata con un sei cilindri e la Syncro II (prima evoluzione della trazione integrale) mentre se si guarda alla scocca arrivano la rinnovata Cabriolet e versione station wagon che in casa Volkswagen venne denominata Variant.

1997: Golf IV

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Ad Hartmut Warkuß, allora Responsabile Design del gruppo Volkswagen, si deve la nuova linea di questa quarta versione della Golf, i cui stilemi vennero estesi all’intera produzione del marchio di Wolsburg, caratterizzandone il family feeling per molto tempo.

Linea a parte prosegue l’evoluzione degli standard di sicurezza che accompagnerà l’intero ciclo di produzione anche di questa versione: nel 1998 venne introdotto l’ESC seguito nel ’99 dall’ESP che molto lodevolmente divenne parte dell’equipaggiamento standard; stessa cosa per gli airbag a tendina che, arrivati nel 2002, divennero immediatamente parte della dotazione di serie.

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Dal punto di vista tecnico debutta la 4Motion, trazione integrale a giunto Haldex, mentre nel 2002 arriva l’iniezione diretta di benzina FSI, un notevole progresso sul fronte di prestazioni e consumi. Ancora una novità importante, questa volta lato trasmissione, è l’introduzione dell’innovativo cambio automatico a doppia frizione DSG che equipaggiò, di serie, la nuova prestazionale R32 con propulsore a sei cilindri: con questa versione la Golf toccherà i 250 km/h.

2003: Golf V

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Con questa quinta versione il pubblico si trova di fronte ad un salto di qualità profondo nella concezione di una vettura del segmento C nel cui mirino entrano anche vetture di classe superiore: arrivano i fari bi-Xeno, il tetto scorrevole panoramico in vetro di grandi dimensioni e, per la prima volta, la Golf poteva essere equipaggiata a richiesta con airbag laterali anche per gli occupanti dei posti posteriori (in totale si potevano avere a bordo sino ad otto airbags: anteriori, laterali e per la testa).

La scocca saldata al laser di questa quinta generazione Golf offriva il 35% di rigidezza torsionale in più rispetto alla versione precedente il che significa maggiore sicurezza passiva, ma anche migliore tenuta di strada e conseguente piacere di guida e questo ci porta all’arrivo delle sospensioni posteriori multilink a quattro bracci e del cambio DSG a 7 rapporti.

Se si guarda invece ai propulsori, notiamo il debutto, nel 2006, del TSI, primo motore al mondo di grande produzione dotato di «twincharger» ossia di doppia sovralimentazione (compressore turbo + compressore volumetrico).

Sempre nel 2006 arriva la versione monovolume, denominata Golf Plus, seguita l’anno successivo dalla CrossGolf, da una nuova versione della Variant e dalla Golf BlueMotion da 4,5 l/100 km.

2008: Golf VI

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Anche i 4 anni di produzione di questa sesta versione (dicembre 2008-luglio 2012) sono stati caratterizzati da un continuo e generalizzato lavoro di affinamento; sotto il profilo della sicurezza l’auto acquisisce il massimo punteggio nei crash-test EuroNCAP e questo anche grazie all’introduzione del nuovo airbag a protezione delle ginocchia del guidatore.

Tecnica: in tema di consumi ed efficienza energetica si registra il rinnovo delle motorizzazioni con i nuovi TSI a benzina mentre sul fronte del gasolio arriva sui TDI il common rail in sostituzione dell’ormai obsoleto sistema pompa-iniettore. Aggiornata anche la BlueMotion che fa scendere (è un nuovo traguardo) il consumo medio nel ciclo misto a soli 3,8 l/100 km con emissioni di CO2 appena sotto la soglia dei 100 g/km (99 per l’esattezza).

Il compito del guidatore viene ulteriormente facilitato dall’introduzione della regolazione automatica degli abbaglianti Light Assist, dalla regolazione adattiva dell’assetto DCC, dal sistema di parcheggio automatico Park Assist e dal sistema di assistenza nelle partenze in salita.

2012, settembre: Golf VII

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La settima generazione è quella che probabilmente più delle altre è stata più profondamente rivista e globalmente modificata ed affinata tanto da poter essere considerata la «nuova» Golf: più tecnologia, leggera, parca, confortevole ed esteticamente accattivante di tutte le generazioni precedenti.

Da segnalare per prima cosa il nuovo telaio modulare MQB ed il nuovo impianto elettrico che hanno messo a dieta il modello facendogli perdere un quintale tondo di peso. A prima lettura molti non danno più di tanto importanza al dato, perlomeno sinché non lo si traduce in un adulto da 70/80 kg più 30 o 20 kg di bagaglio che non si portano più appresso costantemente….  Come vogliono i tempi (ed i sistemi industriali) anche in questa versione domina l’elettronica: si va dal sistema di frenata di emergenza City all’ESC che stabilizza la vettura anche se con rimorchio, dal sistema di frenata anti collisione multipla ai fari a Led e via dicendo.

Una menzione particolare merita il nuovo propulsore 1.4 TSI con ACT (sistema automatico di gestione attiva dei cilindri) che con i suoi 140 cavalli ed i 4,7 l/100 km in ciclo combinato, mette in rima sportività e sobrietà.

Ma in tema di risparmio anche le altre motorizzazioni non scherzano ed i consumi, a seconda della motorizzazione, sono ridotti fino al 23% (ad esempio la Golf TDI BlueMotion consuma 3,2 l/100 km emettendo solamente 85 grammi di CO2 per chilometro).

Sul fronte del comfort da segnalare il Cruise Control adattivo, l’ottimo climatizzatore automatico bizona, l’impianto Hi-Fi Dynaudio ed il sistema di infotainment con schermo touch screen dotato di sensore di prossimità.

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Ed infine i prototipi presentati nel lontano 1989 divengono realtà: la Golf VII si può infatti avere anche elettrica (e-Golf con autonomia di 190 chilometri ed emissioni zero) alla quale entro fine anno si aggiungerà l’ibrida Golf GTE che denuncia un consumo medio di soli 1,5 litri di benzina per 100 chilometri e potrà percorrere circa 50 chilometri in modalità esclusivamente elettrica.

I modelli celebrativi 

■ Nuova Golf Edition 40

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Al Salone di Pechino 2014 la casa di Wolfsburg ha sottolineato i primi 40 anni della Golf presentando la nuova Golf Edition 40, un allestimento speciale i cui esterni sono caratterizzati dallo speciale «Magic Morning» una verniciatura micalizzata contenente pagliuzze dorate all’interno, dai cerchi in lega Singapore diametro 17” con verniciatura bicolore (optional i 18”). I gusci degli specchietti retrovisori sono realizzati in un discreto cromo satinato, mentre i montanti laterali sono in nero lucido con il centrale che ospita un badge con il distintivo numero 40.

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Questa Golf Edition si presenta con interni particolarmente curati tanto che, per la prima volta una versione di «normale» produzione sfoggia rivestimenti in legno su plancia e portiere, volante e sedili in pelle, questi ultimi bicolori, nero-bianco, con cuciture a contrasto, tappetini in velluto, pedaliera sportiva in alluminio e stesso materiale per le barre battitacco che, poste sulle soglie d’accesso, sono sottilmente illuminate (oltre che pratico, questo particolare non mancherà di colpire il senso estetico del cliente locale).

Al momento della presentazione la vendita in Italia non era prevista ed un controllo sugli attuali listini in vigore conferma, al momento della stesura di questo articolo, tale decisione.

■ VW Golf GTI Wolfsburg Edition

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Presentata al Worthersee 2014, l’annuale raduno austriaco delle GTI, questa particolare Golf è stata realizzata da un gruppo di 12 giovanissimi apprendisti (fra i 18 ed i 23 anni), in staff nella fabbrica tedesca di Wolfsburg. 9 mesi di lavoro artigianale sono serviti all’equipe di tecnici per modificare l’auto perché, in fondo, di tuning sia pur profondo si tratta: il quattro cilindri 2 litri TSI turbo benzina è stato oggetto di una profonda rivisitazione che, fra l’altro, ha ricevuto – lato aspirazione – un airbox in fibra di carbonio e lato scarico un impianto sportivo in tubi di acciaio inox saldati a mano, con tanto di valvola di gestione del sound.

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I dati ufficiali dichiarano una potenza massima di 279 kW – 380 cv (dai 230 della «Pack Performance» di serie che è servita da base per questa elaborazione le cui prestazioni in termini di accelerazione e velocità massima non sono state rese note); a fermare l’auto ci pensano infine, dei freni carboceramici opportunamente dimensionati. 

Ovviamente molto aggressiva l’estetica: verniciatura rosso corsa con bande nere longitudinali su cofani e tetto, ripetute lungo le fiancate, cerchi in lega leggera neri con bordino rosso.

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foto 25Il fascione anteriore ha ora un nuovo splitter inferiore mentre le prese d’aria laterali ricordano, nella forma e nelle griglie orizzontali, la nobile cugina Audi R8; nuovo anche lo spoiler al posteriore e simpatici e stilosi i richiami grafici dedicati alla città di Wolfsburg.

All’interno spiccano i sedili sportivi Recaro, con laterali in pelle e seduta e schienale in tessuto dalla tipica trama scozzese, una consolle centrale con docking station per iPhone.

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Infine chi alzerà il portellone posteriore, troverà una TV Led da 24 pollici ed una Sony PlayStation collegata: il tutto perfettamente in linea – del resto – con la giovanissima età del team che ha realizzato questo esemplare unico.

Giovanni Notaro