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Sul 42% delle strade europee si rischia troppo

Sul 42% delle strade europee si rischia troppo, fino a 30 volte di più rispetto alla media comunitaria, soprattutto in Grecia, Polonia e Bosnia Erzegovina. Lo dimostra l’Atlante Europeo della Sicurezza Stradale, realizzato dall’ACI nel consorzio degli Automobile Club internazionali che dà vita a EuroRAP, il programma europeo per la sicurezza delle infrastrutture.

L’Atlante, disponibile sul sito www.aci.it, è un prezioso strumento di viaggio per gli automobilisti italiani e stranieri che possono visualizzare i tratti più pericolosi del loro tragitto in 20 Paesi europei. Lo studio evidenzia come le autostrade siano i percorsi più sicuri, con il 99% dei tratti giudicati a basso rischio. Due incidenti su tre avvengono invece su strade a singola carreggiata, 4 volte più pericolose delle autostrade.

La classificazione delle strade è calcolata per la prima volta sulla base dei dati sui flussi di traffico disponibili su 240.000 km di strade e sul numero degli incidenti.

Per l’Italia sono state prese in esame le autostrade e il risultato è incoraggiante: tutte le tratte superano qualitativamente la media europea, anche se tre punti evidenziano criticità più elevate rispetto al resto del Paese. Sono la diramazione Predona-Bettolle sulla A26 in provincia di Alessandria, dove 4 incidenti su 10 avvengono in curva, in particolare al km 17; il tratto della A25 tra Torano e Avezzano, in provincia di L’Aquila, dove il 25% dei veicoli coinvolti in incidente viaggia ad alta velocità e il picco dei sinistri si registra a giugno; il tratto della A14 tra Bari nord e Taranto nord, dove il 37% degli incidenti avviene in curva, soprattutto ai km 685, 718 e 743, coinvolgendo prevalentemente conducenti giovani con meno di 30 anni.

“Lo studio – dichiara il presidente dell’ACI, Enrico Gelpi – giudica positivamente la rete italiana rispetto ai 111 tratti esaminati. Gli incidenti mortali si concentrano sul 10% della rete stradale europea  ed è proprio su questi tratti che si devono convogliare gli sforzi delle istituzioni per l’ammodernamento e la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali. La carenza di fondi non è una giustificazione per rinviare ciò che è ormai improrogabile, perché gli investimenti sulle strade fruttano 20 volte in termini di risparmi sociali imputabili all’incidentalità. L’ONU richiama tutti gli Stati a impegnarsi per la sicurezza stradale nel prossimi decennio: questo Atlante evidenzia da dove cominciare a lavorare sulle infrastrutture”.

“L’Atlante Europeo della Sicurezza Stradale è uno strumento chiave per accrescere la sicurezza sulle strade del Vecchio Continente – ha dichiarato il vice-presidente della Commissione Europea, Siim Kallas – perché le mappe pubblicate definiscono le priorità di azione per i politici, i decisori pubblici e gli ingegneri”.