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Chevrolet Cruze SW: l’abbondanza dell’essenziale

Dallo scorso autunno la fortunata “world car” americana è disponibile anche in versione station wagon. Abbiamo testato il 1.700 turbodiesel nell’allestimento LTZ, il più completo. Confermate le ottime doti stradali della berlina, e i contenuti di una vettura sobria, ma tutt’altro che “povera”, anzi

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Nata nella primavera del 2009, la Chevrolet Cruze si è rapidamente imposta nell’ambito settore delle “world car”: le auto destinate a essere commercializzate in tutti i continenti, a prescindere dalle preferenze dei singoli mercati. Nel 2011 ne sono state immatricolate oltre 704mila unità, confermandosi così l’ottava auto più venduta nel mondo. Prodotta dalla GM negli stabilimenti sudcoreani di Incheon (e anche nelle fabbriche satelliti in India, Cina e Russia), è disponibile in versione quattro porte berlina, cinque porte “hatchback” e, dallo scorso settembre, anche nell’attesa variante familiare, che ha completato definitivamente la gamma. La Cruze Station Wagon è offerta in diversi “tagli” di motorizzazione a benzina (1.6 da 124 cv e 1.4 turbo da 140) e diesel (1.7 da 130 cv e 2 litri da 163 cv, ma solo col cambio automatico). Abbiamo provato la versione 1.7 diesel, di prevalente interesse per il nostro mercato, e nel più completo allestimento LTZ. Un approfondito test su strade statali, anche di montagna, in città e in autostrada, che ci ha permesso di verificare appieno le non poche qualità di un’auto pratica e semplice, ma non necessariamente essenziale. Una familiare di taglia media accessibile nei costi, ma tutt’altro che “povera” nelle prestazioni e, perché no, non priva di una certa immagine. 

Esterni 

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Fin dal primo impatto, la Chevrolet Cruze Station Wagon cattura l’attenzione grazie a una linea immediata, quasi sportiveggiante ma per nulla aggressiva. Le dimensioni di tutto rispetto – 468 cm di lunghezza, e 180 di larghezza – vengono armonizzate da un profilo magari non originale ma di certo filante (il coefficiente aerodinamico dichiarato è 0,34), armonioso e convincente, in linea con gli obiettivi del dover piacere a tutti, in tutti i continenti del pianeta. Spiccano all’esterno la gommatura “importante” (cerchi in lega da 17 pollici, misure 225/50), e le barre metalliche sul tetto che contribuiscono a connotare il ruolo familiare dell’auto e le sue funzionalità di carico. Il frontale, complesso ma non eccessivamente ricercato, ha la griglia interrotta trasversalmente e si connota per i gruppi ottici di generose dimensioni. L’allineamento dei pannelli della carrozzeria è impeccabile.

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Interni 

Entrando nell’abitacolo, ritroviamo immediatamente lo stesso senso di pulizia e di “asciuttezza” stilistica percepito all’esterno: la Cruze è un’auto sobria, ma non frugale. L’allestimento LTZ, discretamente accessoriato, stride talvolta con alcune semplificazioni estetiche: come la plastica troppo rigida, e alcune parti di uso corrente, e i numerosi vani portaoggetti che, rispetto all’importanza di alcuni accessori di serie (come i sensori di parcheggio e lo schermo centrale, che funge da navigatore satellitare e da visore per la retrocamera), sembrano quasi provenire da una vettura di segmento e classe inferiore. Ben fatti, in compenso, gli inserti di tessuto (riportati sulle parti interne delle porte), e le componenti di utilizzo continuo: volante, leva del cambio e leve di azionamento devioluci e tergi lavacristallo sono impeccabili, e gradevoli nel tatto e nell’azionamento. Spazioso il bagagliaio, di 453 litri nella configurazione standard: la soglia bassa permette un agevole carico, e ribaltando i sedili si può contare su un volume ancora più ampio, con ben due metri lineari a disposizione. Di spazio a bordo ce n’è per tutti, specie per i passeggeri più alti, per quanto la Cruze avrebbe potuto essere un po’ più generosa con chi è seduto nei posti posteriori: che potrebbero rimpiangere due o tre centimetri di spazio in più, e che certamente non faranno a gara per sedersi nella posizione centrale del divano. Meglio quindi limitarsi a viaggiare in quattro, utilizzando il comodo bracciolo estraibile come supporto per bevande, e per maggior comodità.

Su strada 

Il sedile, ben sagomato e rivestito in tessuto con inserti di ecopelle, “accoglie” il guidatore infondendogli una rassicurante sensazione di protezione e un discreto appoggio nelle curve più veloci. L’impostazione del posto guida – plancia avvolgente, strumentazione convenzionale, ergonomia intuitiva – rivela la neanche troppo lontana parentela con l’Opel Astra: la regolazione dello schienale, benché “a scatti”, permette a chiunque di individuare la posizione ottimale.

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Avviato il motore con la chiave elettronica (premendo il tasto Start), familiarizziamo col propulsore GM un po’ rumoroso a freddo e “ticchettante” ai bassi regimi. Siamo immediatamente a nostro agio con lo sterzo, leggero e piacevole ma, quando si vuole adottare uno stile di guida più disinvolto e prestazionale, non prontissimo. Il rollio è percepibile, tuttavia non è pronunciato più di tanto, favorendo un’andatura “facile” e votata al comfort di marcia. Entrando veloci in curva si avverte quel caratteristico sottosterzo delle auto a vocazione certamente non sportiva, ma dotate di motorizzazioni brillanti. L’utile dispositivo Start&Stop – di serie – spegne l’auto una volta inserito il cambio in folle e sollevato il pedale della frizione, per riavviarla non appena lo si abbassa di nuovo. Tutte le Cruze dotate di questa funzionalità visualizzano, sul display principale, informazioni utili per rendere la guida il più ecologicamente compatibile.

La frizione è impeccabile nella progressione, ma qualcuno potrebbe preferire un pedale più leggero. Senza impuntamenti e ben rapportato il cambio a sei marce: se invece volessimo abbinare il cambio automatico al turbodiesel, dovremmo necessariamente orientarci verso l’ancor più generoso 2 litri da 163 cavalli.

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Su strada il 1.700 turbodiesel common rail si dimostra più che adeguato alla massa della vettura (1.475 chili a vuoto): i 130 cavalli “spingono” già da 1.500 giri/min, e la coppia generosa (300 Nm a 2.500 giri/min) si avverte senza incertezze fino a 4.000/4.100, quando l’erogazione della potenza assume una curva decrescente. IMG_2432Contenuti i consumi: nel ciclo misto Chevrolet dichiara 4,5 litri per 100 km, con emissioni di 119 grammi di CO2. Sui nostri percorsi standard (città-campagna-strade collinari dei Castelli Romani) abbiamo riscontrato una percorrenza media di oltre 16 chilometri con un litro. In città, guidando con accortezza e utilizzando il più possibile lo Start&Stop, non siamo mai scesi al di sotto dei 13 chilometri: un risultato tutto sommato soddisfacente, considerando la massa e la tipologia dell’auto. Dati confortanti che presumibilmente, su lunghi percorsi autostradali a velocità costante, miglioreranno ancora: con la buona capienza del serbatoio (60 litri) si possono affrontare lunghissime traversate senza mai dover fermarsi a fare rifornimento. 

Caratteristiche e prezzi 

La Cruze Station Wagon 1.7 turbodiesel monta un 4 cilindri in linea DOHC, common rail da 1.686 cc a 16 valvole, con 130 cv/96 kW. La velocità massima supera di poco i 200 km/h, e i 100 km/h si raggiungono in 10,4 secondi. L’impianto frenante, collegato agli immancabili controlli di stabilità e di trazione, monta freni anteriori a disco ventilati, e posteriori a disco solido, e il servosterzo elettrico.

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La versione da noi provata è la LTZ, “top di gamma” da 22.100,00 € (ma attenzione alle campagne in corso di Chevrolet, che permettono di ridurre considerevolmente il prezzo totale, anche del valore dell’IVA). Volendo ulteriormente risparmiare, è disponibile anche la versione LT a 20.970,00 €, con cerchioni da 16’ (la LTZ li ha da 17’) e allestimento più semplificato, rinunciando in tal caso al climatizzatore automatico (sulla LT è manuale) e ad alcuni accessori, fra cui il “Chevrolet MyLink”, il sistema di infoitanment gestibile tramite lo schermo touch screen. Un collettore di numerose, diverse funzionalità, a sua volta integrato al navigatore e alla retrocamera, e sul quale ci sembra opportuno soffermarci.

“MyLink”: ovvero, usare lo smartphone attraverso l’auto

La denominazione “Chevrolet MyLink” indica la nuova generazione di sistemi di infotainment di Chevrolet: nel corso della nostra prova abbiamo potuto testarne appieno le caratteristiche, ottenendo conferma di come la logica d’impiego sia effettivamente improntata alla massima usabilità. DSCN8735I comandi sono estremamente semplificati, tali da renderne agevole l’uso anche ai “non iniziati”, e tutti possono apprezzare la notevole flessibilità d’impiego del sistema, che può integrare nell’auto le funzionalità del proprio smartphone. Dallo schermo touch screen a colori da 7 pollici, ad alta risoluzione, è possibile accedere a numerosi contenuti con app specifiche presenti sullo smartphone, come rubriche telefoniche, playlist personali, foto e altri dati memorizzati. Non mancano, naturalmente, le prese USB, Bluetooth e Aux-In. Vi sono anche tre app dedicate: il navigatore BringGo, TuneIn, che permette di accedere a oltre 70.000 stazioni radio di tutto il mondo, e Stitcher, per lo streaming dei podcast preferiti. E per chi possedesse un iPhone compatibile è disponibile Siri Eyes Free, l’assistente intelligente, per eseguire diverse operazioni utilizzando esclusivamente i comandi vocali. IMG_2435La Cruze, in pratica, permette di gestire lo smartphone attraverso una propria interfaccia dedicata, e di uso immediato. Non mancano, comunque, le applicazioni più “tradizionali”: sullo schermo di MyLink, infatti, vengono anche visualizzate le immagini della retrocamera, quando è inserita la retromarcia.

Scorrendo l’elenco delle dotazioni di serie della Cruze, troviamo su tutte le versioni sei airbag anteriori e posteriori (la Cruze ha 5 stelle all’Euro Ncap) e accessori utili come il cruise control e i sensori di parcheggio.

L’abbondanza dell’essenziale, insomma: ma purtroppo, almeno per ora, non è possibile avere, nemmeno come optional, accessori che stanno gradualmente entrando nel novero delle cose irrinunciabili su un’auto. Come il tetto apribile, il ruotino di scorta (la Cruze monta un kit “ripara e gonfia”) e gli specchietti ripiegabili elettricamente. Non è tuttavia da escludere che la Casa, visto anche il consenso ottenuto dal modello e la sua prolungata permanenza nelle linee di produzione (la nuova versione della Cruze non sarà presentata prima del 2015), intervenga per aggiornare la lista dei desideri rendendo ancora più attraente una delle “world car” più interessanti degli ultimi anni.

Alessandro Ferri