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110 anni di trazione integrale Mercedes

Disponibile oggi su 51 versioni, la gamma delle quattro ruote motrici del Costruttore tedesco comprenderà a breve anche la Classe A 45 AMG 4Matic e la nuova CLA 4Matic. Entro la fine del 2013 saranno quasi 60 i modelli 4×4

 

Mercedes-Benz da sempre realizza vetture di grande raffinatezza tecnologica in grado di coniugare il piacere di guida con un alto grado di sicurezza. La trazione integrale tocca entrambi questi aspetti ed è interessante ricordare che il suo debutto in casa MB risale al lontano 1903 e che, costantemente migliorata, oggi copre quasi l’intera gamma del marchio, dalle vetture stradali all’Unimog, passando per la mitica Classe G.

Un po’ di storia

Gran parte del merito va sicuramente all’ing. Paul Daimler che, nel 1903, iniziava i primi studi sulla trazione integrale alla “Daimler Motoren Gesellschaft”, lasciatagli dal padre Gottlieb. Famoso per l’invenzione delle punterie idrauliche, diresse il progetto che portò nel 1907 alla costruzione del Dernburg-Wagen, primo carro blindato 4×4 della storia del marchio tedesco e già molto avanzato per l’epoca: destinato alla polizia tedesca nelle colonie africane, era mosso da un quattro cilindri di 6,8 litri da 35 cavalli a 800 giri/minuto il cui radiatore conteneva ben 140 litri di liquido refrigerante; era inoltre dotato di trazione integrale permanente con 4 ruote sterzanti per migliorarne la maneggevolezza in spazi ristretti mentre i cerchi in acciaio senza fori aiutavano a proteggere l’impianto frenante da sabbia e pietrisco; infine, grazie alla luce a terra di 35 cm, il Dernburg-Wagen poteva superare pendenze del 21% anche con il carico massimo di 5 persone.

Poco tempo dopo scoppiò la Grande Guerra e anche la produzione di Gaggenau (dove in futuro verrà costruito l’Unimog) dovette adeguarsi: arrivarono per l’esercito 900 trattori d’artiglieria siglati KDI 100 (1917). Con il loro potente motore da 100 cv, erano perfetti per il trasporto della truppa e la trazione 4×4 insieme ai pneumatici con doppio battistrada, aiutavano anche sui difficili terreni fangosi dei campi di battaglia europei.

Molti appassionati del marchio le definiscono le “nonne” della Classe G, i modelli dal G1 al G5, sia 4×4 che 6×4. Ricordiamo le versioni che hanno avuto più successo: nel 1926 venne costruito la “G1” (W103) su richiesta specifica dell’esercito tedesco, un veicolo immediatamente riconoscibile per la sua configurazione a sei ruote, in grado di trasportare sei persone. Aveva un motore sei cilindri in linea di 3.100 cc. da 50 cv e trazione sulle 4 ruote posteriori.

Appena due anni dopo, lo sviluppo di veicoli speciali per l’esercito portò alla creazione del G3, primo camion per il trasporto truppa da 1,5 t. Il motore era il Daimler-Benz M09, un benzina 6 cilindri da 3.688 cc, con cambio meccanico a 4 rapporti e velocità massima di 65 km/h.

Il G4 (W31), realizzato nel 1937 per le alte schiere della Wehrmacht, era un’evoluzione del G1 e, come questo, prevedeva 6 ruote di cui 4 motrici. Costruito in soli 73 esemplari “torpedo” sulla base della berlina 500K, fu voluta come auto personale da Hitler, che poteva restare eretto sul mezzo durante ispezioni e parate, aumentando la sua visibilità. Non venne mai impiegata in azioni militari a causa del peso eccessivo, della pessima mobilità in fuoristrada e dei costi ritenuti troppo elevati. Il potente (secondo i parametri di allora) motore a 8 cilindri in linea da oltre 5 litri e 110 cavalli a 3.400 giri/minuto arrivava a consumare 38 litri/100 km. Era perciò previsto un serbatoio di 140 litri…

Degli stessi anni è il G5 (W152), veicolo a due assi costruito sempre per il comando dell’esercito tedesco in appena 378 esemplari. I G5 furono utilizzati principalmente per le comunicazioni o adibiti al soccorso sui campi di battaglia. I suoi punti di forza erano la straordinaria mobilità data dalle 4 ruote sterzanti (raggio di soli 7 metri) e dai tre differenziali bloccabili che gli consentivano di affrontare anche i percorsi più sconnessi.

Dopo la fine della II Guerra Mondiale lo sviluppo e la produzione dei 4×4 Mercedes si bloccò a causa dell’embargo imposto dagli alleati sulla produzione militare. Solamente a partire dagli anni sessanta, quando in America e Inghilterra cominciavano ad essere commercializzate i primi fuoristrada per famiglie (poi chiamati SUV), la casa di Stoccarda si mise in moto per cercare di ottenere la sua fetta di mercato. Il progetto “H2” partì nel 1972 grazie alla collaborazione con l’azienda austriaca Steyr-Daimler-Puch, specializzata nella progettazione e nella costruzione di veicoli 4×4. Sette anni più tardi debuttava la prima vettura a trazione integrale targata Mercedes-Benz…

Mercedes-Benz Classe G: un mito integrale

Tutto ebbe origine a Graz dove, dopo gli accordi di produzione siglati nel 1975, furono costruiti gli stabilimenti per assemblare il nuovo fuoristrada. L’auto venne presentata alla stampa nella primavera del 1979 sul circuito francese Paul Ricard, nonostante la produzione fosse iniziata a febbraio dello stesso anno.

 

La Mercedes-Benz Classe G, questo il nome, era (ed è tuttora) un fuoristrada estremamente robusto dotato di un telaio a longheroni a doppia “U” chiusa e saldata, ponti rigidi e sospensioni a molle elicoidali, blocchi ai differenziali e cambio inizialmente a quattro marce, divenute poi cinque, con riduttore. Per la prima serie (sigla W460) vennero proposte due versioni a gasolio e due a benzina, con potenze oscillanti tra i 72 e i 156 cavalli. Inizialmente la maggior parte della produzione era destinata all’esportazione o veniva allestita per utilizzi militari. Tuttavia a partire dal 1983, l’anno della vittoria di Ickx alla Dakar a bordo di una “G”, si registrò una diminuzione della domanda di veicoli con preparazioni militari, tanto che la Casa tedesca decise di investire di più sui suoi modelli civili, che si arricchirono nelle motorizzazioni e negli interni, diventando sempre più confortevoli e piacevoli da guidare. Anche la “G” venne aggiornata, con nuovi motori (arrivò l’iniezione elettronica) e nuovi allestimenti che resero l’abitacolo meno spartano e più vivibile. In breve si giunse al traguardo delle 50.000 “G” prodotte (1986), mentre nel 1990 esordì la seconda serie (W463) che ormai aveva caratteristiche molto vicine a quelle di un’auto di fascia alta con soluzioni tecniche all’avanguardia e prezzi importanti. Venne introdotta la trazione integrale permanente con il blocco su tutti e tre i differenziali e debuttò il V8 benzina di 5 litri già utilizzato sulla Classe S, mentre l’immancabile versione “bomba” AMG, aggiornata nel 2012, grazie al suo potente motore V12 biturbo da 6 litri, sviluppa ben 612 cavalli. Ulteriori aggiornamenti furono adottati anche per le motorizzazioni diesel che videro l’introduzione del sistema common-rail CD-I.

Un sei ruote motrici by AMG

Anche se per la “G” il cammino è destinato a fermarsi nel 2015 (anno in cui termineranno gli accordi con la Magna-Steyr), per adesso la sua strada sembra ancora tutta in discesa. È di poche settimane fa l’annuncio di una versione limitata dotata di 6 ruote motrici con motore V8 biturbo da 5,5 litri e 544 cavalli.

 

Nata per soddisfare il capriccio di alcuni sceicchi del Medio Oriente, la Mercedes G63 AMG 6×6, questo il nome, verrà costruita in circa quaranta esemplari ad un prezzo che si aggirerà intorno ai 350.000 euro. Note di colore a parte, l’erede della “G” potrebbe in qualche modo ispirarsi al concept Ener-G-Force, direttamente sviluppato dal Centro di design californiano MB e presentato al Salone di Los Angeles dello scorso novembre. Si tratta di un prototipo dotato di celle a combustibile e quattro motori elettrici montati in corrispondenza di ogni singola ruota per garantire sempre massima trazione. L’auto, che emette dallo scarico solamente vapore, è in grado di percorrere 800 km grazie ad un pieno di acqua depurata che viene trasformata in idrogeno, elemento fondamentale per alimentare il sistema fuel-cell.

L’Unimog: instancabile lavoratore

Risalgono addirittura al 1945, i primi disegni di Albert Friedrich riguardanti un veicolo per utilizzo agricolo. Friedrich era un ex responsabile nella costruzione di motori nella fabbrica Daimler-Benz, ed in breve riuscì ad ottenere la collaborazione di un team di appassionati ingegneri, tra cui il suo ex collega Heinrich Robler. A partire dal 1951 venne avviata la produzione nella fabbrica di Gaggenau, nel Sud-Ovest della Germania a circa 70 km da Stoccarda. Il primo Unimog è un veicolo semplice, inizialmente concepito come mezzo agricolo in breve riscosse grande popolarità tra i militari e, successivamente, anche fra gli acquirenti civili. Il nome Unimog (così lo battezzò l’ing. Hans Zabel nel registro del Commercio di Stoccarda) sta per Universal-Motorgerät, ovvero “mezzo a motore universale”. Anche se nel corso del tempo ogni modello Unimog ha sviluppato caratteristiche differenti, la filosofia costruttiva li rende mezzi unici e altamente performanti in grado di funzionare tranquillamente in circostanze estreme. 16 le marce sia avanti che indietro e la minima velocità mantenibile è di 1,2 km/h con capacità di superare pendenze del 100%; un’altra delle peculiarità di questo mezzo sono i ponti a portale ottenuti mediante l’interposizione di una cascata di ingranaggi tra i semiassi, posizionati ben al disopra del centro-ruota, e quest’ultimo posto ovviamente più in basso. I benefici che si hanno nella guida in fuoristrada sono notevoli, una maggiore robustezza d’insieme e una luce a terra superiore rispetto a qualunque altro sistema di sospensione. La trasmissione è un altro punto di forza dell’Unimog, i tre blocchi dei differenziali al 100% sono previsti come equipaggiamento di serie e garantiscono un’ottima motricità e tenuta di strada in ogni condizione. La forza motrice viene portata ai differenziali attraverso gli alberi di trasmissione che sono inglobati dentro tubi che hanno un certo grado di torsione. Questo sistema (chiamato trasmissione finale torcente), permette l’estrema articolazione dell’asse e offre massima protezione in caso di urti o appoggi contro il terreno.

 

Concepito come mezzo da lavoro, l’Unimog è dotato di un robustissimo telaio a flessione controllata e sospensioni a molle che gli permettono di avanzare anche in presenza di twist estremi, con angoli di attacco di almeno 46° (per tutti i modelli). Tutti i “MOG” (questo il soprannome) mettono a disposizione dell’utente moltissime personalizzazioni per gli utilizzi più disparati. Oltre ad uscire dalla fabbrica con tre prese di forza già allestite, l’Unimog può supportare una vasta gamma di attrezzi da lavoro come spazzaneve, turbine, gru, cassone ribaltabile, ruspa… e viene correntemente utilizzato, opportunamente adattato con kit della Casa, da diversi enti ferroviari per la manovra ed il traino di convogli…

Nessun altro veicolo presenta le caratteristiche dell’Unimog, sicuramente il vero best-seller nella storia dei mezzi da lavoro come sottolineato da questi due video che consigliamo di guardare nell’ordine:

http://www.youtube.com/watch?NR=1&feature=endscreen&v=wqb2_GjKRA4

http://www.youtube.com/watch?v=CxdX0au-BNA.

Il primo mostra passo passo la costruzione dell’Unimog; il secondo un modo per meglio comprendere le ragioni della mobilità evidenziata in fuoristrada. Entrambi illustrano, più delle parole, le peculiarità tecniche del mezzo con belle inquadrature – fra le altre – degli assi a portale, del telaio e della trasmissione intubata.

4Matic: La trazione intelligente

La tecnologia 4Matic, applicata per la prima volta nel 1984 sulla berlina Classe E (W124), è stata costantemente sviluppata, confermandosi la scelta ideale, anche su un mezzo non specializzato, in presenza di strade innevate, pioggia o dove è necessaria la massima capacità di trazione. Solamente tre anni dopo debuttava il primo controllo elettronico di trazione, mentre nel 1997, sulla prima generazione della Classe M, veniva installato il sofisticato sistema 4ETS, che assicurava maggior sicurezza e stabilità dell’auto in ogni condizione, soprattutto in caso di fondi stradali a bassa aderenza.

 

Ad oggi la gamma 4Matic di Mercedes-Benz comprende 12 modelli in 51 versioni differenti, che vanno dalle berline Classe “C”, “E” ed “S” alle esclusive “CL” Coupé, “CLS” Coupé, Shooting Brake e Classe “R”.

Oltre all’intera gamma off-road della casa di Stoccarda, composta da Classe “M”, dalla compatta “GLK”, dalla grande “GL” e dalla leggendaria Classe “G”, la trazione 4Matic è disponibile anche per la supersportiva “SLS” AMG Electric Drive da 751 cavalli che, grazie ai suoi quattro motori elettrici, assicura sempre una trazione costante su tutte le ruote.

 

Nel corso dei prossimi mesi, saranno infine equipaggiati con la trazione integrale anche i modelli compatti del marchio (“A” 45 AMG 4Matic e “CLA” 4Matic).

La tecnologia 4Matic assicura sempre sicurezza in ogni condizione e su ogni tipo di superficie affrontata, ma non tutti i sistemi sono uguali: Mercedes personalizza i propri modelli in funzione delle caratteristiche tecniche. Generalmente la trazione è permanente sulle quattro ruote con un differenziale centrale che ripartisce la coppia per il 45% all’avantreno e 55% al retrotreno (come avviene per i modelli “C”, “E”, “S”, “CL” e “CLS”). Naturalmente queste percentuali possono variare in presenza di fondi viscidi, ma a nessuno dei due assi verrà trasmessa una coppia superiore al 70% o inferiore al 30%. Grazie a dei “pacchetti” speciali, è inoltre possibile personalizzare ulteriormente l’auto in funzione del tipo di uso che se ne intende fare, ad esempio l’AGILITY-CONTROL prevede sospensioni selettive regolabili in funzione della situazione di marcia. Interessante è anche il pacchetto “Off-Road” che equipaggia, tra le altre, il SUV “GLK”. L’auto acquista così sospensioni più rigide, protezioni inferiori, limitatore di velocità, un tasto che cambia la risposta dell’acceleratore e dell’ABS adattandola ai terreni più difficili e aumenta l’altezza da terra fino a 20 cm. Il sistema 4Matic più sofisticato lo troviamo sui SUV Mercedes di alta gamma. Sui “GL”, “M” e “R”, oltre che le marce ridotte è presente un tasto per il blocco del differenziale centrale che distribuisce la coppia al 50% all’asse anteriore e 50% a quello posteriore. La Classe “G”, infine, prevede una trazione 4×4 adattata prettamente all’off-road specialistico. Oltre ad essere l’unica Mercedes dotata di ponti rigidi e telaio a longheroni, ha le marce ridotte e il blocco manuale al 100% di tutti e tre i differenziali (con comando elettrico).

Lorenzo Gentile