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Una Tesla «rosso rubino» verso Marte a bordo dello SpaceX Falcon Heavy

Domani 6 febbraio il patron di Tesla e della compagnia SpaceX, Elon Musk lancerà verso Marte il primo razzo destinato a portare passeggeri nello spazio a basso costo. Unico «passeggero» per questo primo test verso un’orbita ellittica intorno al Pianeta rosso, una Tesla Roadster  100% elettrica

 

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Il 6 febbraio, salvo imprevisti, lo SpaceX Falcon Heavy farà finalmente il suo viaggio inaugurale verso Marte. Il lancio è storico per tanti motivi e ancora una volta mette sotto i riflettori il vulcanico imprenditore Elon Musk, conosciuto principalmente come costruttore delle più innovative ed efficienti auto elettriche al mondo: le Tesla nelle varie versioni.

Ora vuole essere innovativo anche nello spazio e, allo scopo, Musk si è posto l’obiettivo di costruire il primo veicolo spaziale nella storia dell’umanità per trasporto passeggeri a un terzo del costo delle attuali navicelle.

Questo primo lancio è da considerare come test, infatti non trasporta passeggeri, ma per compensare il minor peso trasportato, anziché zavorrare la navicella con dei pesi qualsiasi, Elon Musk ha voluto inserire nel razzo una Tesla Roadster, naturalmente non la nuova versione che vedremo nel 2020 svelata a sorpresa a metà novembre in occasione della presentazione dei nuovi Semi Truck elettrici, ma la prima versione, quella del 2008 verniciata Rosso Rubino. “Rossa come il Pianeta rosso intorno al quale compirà le sue orbite elittiche”. Con queste parole Elon Musk ha annunciato a fine dicembre l’imminente lancio verso Marte del Falcon Heavy, aggiungendo che mentre sarà in orbita, dalla radio della Tesla Roadster,  con a bordo il manichino «Starman» (con la nuove e future tute spaziali), usciranno le note della canzone «Space Oddity» di David Bowie.

I progetti di Elon Musk destinati a cambiare la «mobilità» anche nello spazio

Space X, la società di Elon Musk che ha sviluppato questo programma spaziale ha diffuso alcuni dati relativi a questo primo veicolo con destinazione Marte. Il Falcon Heavy è spinto da 27 motori Merlin che alimentano i 3 booster side-by-side, in grado di produrre fino a 5,1 milioni di libbre di spinta al decollo, in pratica il doppio del Delta IV Heavy della United Launch Alliance, considerato finora come il più potente realizzato. Bisognerà aspettare fino alla metà del 2020 per vedere il razzo dello Space Launch System della NASA che dovrebbe avere una spinta di 8,8 milioni di libbre.

In questi giorni, l’ufficio del vice-Presidente Mike Pence è ansioso di scoprire come andrà il lancio, il cui successo potrebbe sollevare interrogativi sul perché il Governo federale dovrebbe spendere miliardi di dollari dei contribuenti per lo Space Launch System della NASA. Il successo del lancio del Falcon Heavy potrebbe cambiare gli obiettivi e l’interesse della politica spaziale statunitense. In altre parole, se tutto andrà bene Elon Musk potrebbe cambiare lo sviluppo e le politiche future dell’industria spaziale degli Stati Uniti.

Perciò tutti aspettano con ansia, curiosità e interesse la data del 6 febbraio quando alle 13.30 dal Complex 39 del Kennedy Space Center in Florida partirà il Falcon Heavy. A causa di eventuali problemi atmosferici, il lancio potrebbe essere rinviato al giorno successivo.

Da ricordare che quella base (ex Cape Canaveral) venne utilizzata per il programma Apollo e, in particolare, successivamente dal Complex 39 per la partenza degli Space Shuttle.

[ Paolo Pauletta ]