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Il futuro dei Concessionari: le dimensioni contano? Si, ma non solo quelle…

All’Automotive Dealer Day si è parlato di Concessionari auto e di prospettive future. L’assemblea di Federauto è stata l’occasione per aprire una finestra sul futuro, sono saliti sul palco Filippo Pavan Bernacchi, Presidente dell’associazione dei Concessionari, Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio e Sebastiano Barisoni, vice-Direttore esecutivo di Radio24. Vittorio Sgarbi ha poi raccontato il suo rapporto viscerale con l’automobile

 Automotive-Dealer-Day-2016

«Le dimensioni contano?». È questa la domanda regina dell’assemblea di Federauto – l’associazione che raccoglie i Concessionari ufficiali italiani (quelli che rappresentano almeno un marchio) – tenutasi a Verona in occasione della quindicesima edizione dell’Automotive Dealer Day.

In altri settori stiamo assistendo alla progressiva diminuzione dei piccoli esercizi commerciali, del negozio sotto casa per capirci, a tutto vantaggio dei grandi centri commerciali e degli outlet. A questo si aggiunge il ruolo sempre più preponderante del web: basti pensare a quanto succede oggi nel settore delle calzature, con i negozi fisici spesso ridotti al ruolo di «camerini» dove provare scarpe che poi si comprano online.

Un destino che potrebbe riguardare anche i Dealer automobilistici, che già da qualche anno registrano acquisizioni e fusioni sia da parte di gruppi italiani sia da parte di gruppi stranieri (vedi Penske).

A discutere di questo tema – e dell’andamento del mercato automobilistico – sono stati Filippo Pavan Bernacchi, Presidente di Federauto, Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo di Radio24 e Vittorio Sgarbi.

Pavan Bernacchi ha delineato l’andamento del mercato auto in questi primi mesi del 2017, che ha registrato una crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2016. Ma è un trend con luci e ombre: se è vero che la crescita media dei mercati auto europei è pari alla metà di quella italiana (4%) è anche vero che la quota dei clienti privati nel nostro Paese è sostanzialmente ferma, mentre crescono in maniera esponenziale le immatricolazioni di km zero e di noleggi.

Il presidente di Federauto ha poi evidenziato quanto il mercato dell’auto «pesi» sull’economia italiana: contribuisce all’11% del PIL nazionale e ben al 16% delle entrate fiscali, dando lavoro ad un 1 milione di persone circa. Tutto questo nonostante la forte contrazione della filiera distributiva: dal 2007 ad oggi ha chiuso il 40% dei Concessionari italiani ed è sparito il 26% degli showroom (i due dati sono diversi per effetto delle acquisizioni e delle fusioni tra diverse aziende).

Per Pavan Bernacchi la coesistenza tra grandi gruppi e piccoli Dealer è possibile, soprattutto se si sfruttano i benefici derivanti dall’associazionismo e dalle sinergie con Confcommercio, a cui Federauto ha aderito fin dalla nascita.

Una posizione condivisa da Carlo Sangalli, presidente di Confcommerico, secondo cui «piccolo è bello», parafrasando l’economista e filosofo tedesco Ernst Friedrich Schumacher. Per Sangalli non si può ragionare con la logica di veder sparire i piccoli Dealer a favore dei «megaconcessionari».

Una posizione che – a dire il vero – appare forzata e forse anacronistica. Sicuramente incompleta, come ha evidenziato il successivo intervento di Sebastiano Barisoni, vicedirettore di Radio 24.

Secondo il giornalista economico il punto di partenza non è il concetto di «piccolo» ad essere in discussione, ma quello di «inadeguato o nano». Calzante l’esempio: “Una piccola azienda che realizza una fibbia per la moda di lusso – con un know-how esclusivo – è piccola ma vincente, perché ha un valore aggiunto”.

Barisoni ha poi tracciato i contorni del contesto economico: “Non stiamo vivendo una crisi ma una rivoluzione, perché dopo oltre sette anni è da pazzi pensare di tornare ai fasti di un tempo”. Dunque è fondamentale ripensare il business e il modo di farlo, perché non vince il più forte ma chi si adatta meglio. “Il concetto di «neo sobrietà» influenza anche l’acquisto di un’auto, i consumatori sono disposti a spendere solo per ciò che ha un valore aggiunto (il vantaggio concreto che l’utilizzatore ne riceve). Questa è la bussola del mercato”.

La conclusione di Barisoni è netta: con l’avvento del web il cliente è davvero al centro, chi ha un valore aggiunto da offrirgli vincerà, chi pensa di vivere su posizioni di rendita è destinato a sparire.

A chiudere l’assemblea ci ha pensato Vittorio Sgarbi, che in veste di opinionista ha spiegato la sua personale visione dell’automobile: “L’auto è un luogo dove possiamo vivere la nostra tranquillità più intima, dove siamo soli con noi stessi. Per questo motivo – per me – è un bene indispensabile”.

[ Andrea Tartaglia ]