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Retro Classica Stoccarda, il non plus ultra per gli appassionati

È la più grande fiera per auto storiche d’Europa, capace di attirare ogni anno quasi 100.000 visitatori, grazie ad un’esposizione completa, che comprende storici gioielli a quattro ruote rari o unici

A questa grande kermesse, giunta alla 15a edizione, hanno prenotato il loro posto oltre 1.500 espositori, alcuni italiani, che hanno presentato più di 3.000 veicoli, naturalmente tutti in vendita. Mercedes e Porsche, indiscusse padrone di casa, hanno praticamente svuotato i loro musei per la gioia dei visitatori, i quali hanno potuto vedere contemporaneamente i pezzi più interessanti che hanno contribuito a fare la storia dei due Marchi tedeschi.

Nel grande atrio dell’ingresso principale di Retro Classica, Porsche ha esposto i sui concept più significativi, quelli del «Projekt: Geheim» (Progetti Segreti) che erano rimasti esposti in una speciale mostra al Museo di Zuffenhausen fino al 15 gennaio scorso. Studi dai quali poi sono nate le «959» e le «911», ma anche altri progetti che non hanno avuto seguito.

Nel padiglione -4-, altri esemplari rari o unici come una 718 RS60 Spyder del 1960, solo 16 esemplari prodotti, 4 ufficiali casa e 12 per i clienti privati. Carrozzeria in alluminio con telaio in acciaio spaceframe e motore centrale/posteriore longitudinale a 4 cilindri da 1.587 cc e 152 cv. Debutto alla 12 Ore di Sebring e vittoria alla Targa Florio. Tra i piloti che l’hanno guidata in quell’anno, Graham Hill, Jo Bonnier e Hans Hermann. Sempre molto bella la Panamericana, un concept realizzato nel 1989 da Harm Lagaay per l’80° compleanno di Ferry Porsche e presentato al Salone di Francoforte.

L’intero padiglione -7- era riservato ai gioielli con la stella a 3 punte: Mercedes.

Molto ammirata la 540 K Stromlinien del 1938, un esemplare unico con un coefficiente aerodinamico di Cx=0,36, un buon valore ancora oggi, equipaggiato con un motore a 8 cilindri in linea da 5.400 cc per una potenza col compressore di 180 cv. Ma anche la leggendaria 300 SL Gullwing prodotta in 1.400 esemplari tra il 1954 e il ’57 e il concept C111 prodotto in diverse versioni tra il 1969 e il 1979. Il primo esemplare presentato al Salone di Francoforte del 1969 aveva 3 motori Wankel per una potenza di 280 cv, l’anno successivo al Salone di Ginevra venne presentato con 4 motori Wankel e una potenza di 350 cv per una velocità massima di 300 km/h; seguì una variante con un motore tradizionale V8 da 200 cv, poi nel 1977 una versione turbodiesel a 5 cilindri e, per finire, nel 1979 l’ultima C111 con un motore V8 twinturbo da 4,8 litri e 500 cv per una velocità cronometrata sul circuito di Nardò di 403 km/h.

In occasione di Retro Classic, Mercedes ha messo in vendita 45 modelli provenienti dal suo Museo di Stoccarda e battuti all’asta di Bonhams, per un incasso finale di oltre 6 milioni di euro. L’esemplare più prestigioso e prezioso è stato venduto a 2,760 milioni di euro, si tratta di una 540 K Cabriolet A da 5.400 cc, uno dei 409 esemplari ancora esistenti. Questo esemplare carrozzato da Sindelfingen con numero di telaio 154076 era stata venduta a Berlino il 5 febbraio 1938. Buon riscontro anche per una 770 Cabriolet D del 1931, prodotta in soli 18 esemplari, venduta a 2,311.500 milioni di euro; l’aveva acquistata il 18 agosto 1931 l’attore e regista tedesco Erik Charrel.

Molto ben vendute anche alcune 300 SL, sia coupé Gullwing che Roadster, tutte oltre 1 milione di euro. Una di queste, con soli 170.000 km, apparteneva all’industriale tedesco Alfred Krupp che l’aveva acquistata nel 1960.

Tra le tante altre vetture in vendita, anche alcuni esemplari poco conosciuti, pezzi rari, non tanto pregiati come le Mercedes, ma indubbiamente meritevoli di attenzione. Interessante la Mazda Luce R130 del 1969 con motore Wankel, esposta accanto ad una AZ-1 del 1992, piccola vettura sportiva sviluppata da Mazda, ma prodotta da Suzuki che forniva anche il motore a 3 cilindri turbo a 12V da 657 cc. Queste 2 vetture fanno parte della collezione di circa 200 esemplari della famiglia Frey, prima concessionaria Mazda in Germania dal 1970.

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Unica la Lancia Trevi VX Bimotore del 1984. Voluta da Giorgio Pianta, allora responsabile del Reparto Corse Lancia, per sviluppare la futura «S4», erede della «037» ormai non più competitiva con la sola trazione posteriore. Oltre alla meccanica tradizionale, costituita dal propulsore anteriore da 2 litri Volumex con la potenza incrementata a 150 cv (+15), è stato montato un uguale motore con relativo cambio, all’altezza dei sedili posteriori, fissato su un rudimentale, ma efficiente telaio. Collegare in sincrono i due propulsori non è stata una cosa semplice, ma gli esperti meccanici del team italiano ci sono riusciti e alla fine la vettura è diventata una trazione integrale da 300 cv. La soluzione non era l’ideale per le corse, ma quanto basta per essere usata come vettura laboratorio per le future Delta Integrale.

Storicamente interessante la Mercedes 600 Pullmann appartenuta all’ex Presidente dittatore cileno Augusto Pinochet, rara la Corvette Estate del 1973, uno dei 10 esemplari realizzati dal «Vette» specialista statunitense Eckler su base della C3 e poi ancora le americane, i bus, i camion, i trattori, l’automobilia in genere e tanto altro…

[ Paolo Pauletta ]