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Fiat-Chrysler, l’assemblea degli azionisti ha approvato la fusione

Con il sì dell’84% dei soci presenti nasce la nuova FCA di diritto olandese. Montezemolo lascia

 

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La neo costituita FCA (Fiat Chrysler Automobiles), fonde Fiat e Chrysler e lascia Torino stabilendo sede legale in Olanda e domicilio fiscale nel Regno Unito: quest’atto chiude un capitolo importante della storia non solo del Gruppo oramai ex-torinese ma anche della stessa Italia.

La rampa di accesso alla pista di collaudo sul tetto: splendido esempio di architettura industriale

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È infatti giusto non dimenticare (o voler dimenticare) che nel bene e nel male sino agli anni ’90 del secolo scorso gran parte della storia dell’Italia industriale, ed anche sociale, è sempre stata «targata» Fiat che l’11 luglio 1899 tenne a Torino la sua prima assemblea.

Le ragioni strategiche alla base della duplice delocalizzazione risiedono nella volontà di quotare entro ottobre il titolo FCA sia sul New York Stock Exchange che sul mercato telematico di Milano, come già fatto per Cnh Industrial, la società del gruppo Agnelli che produce macchine movimento terra e per l’agricoltura, camion, veicoli commerciali e autobus;

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d’altra parte il trasferimento del domicilio fiscale a Londra era un prerequisito voluto dagli investitori americani per il debutto di FCA a Wall Street. Con questa ultima – e per tale ragione memorabile – riunione torinese degli azionisti si chiude dopo 115 anni il ciclo manageriale italiano di Fiat e si apre quello della proiezione internazionale della FCA.

La bolla di Renzo Piano e l’eliporto già rappresentavano la voglia di futuro

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I numeri parlano di una presenza di soci votanti del solo 52% la cui maggioranza (1.233 soci per 501 milioni di azioni a favore contro 100 milioni di segno opposto) ha approvato la fusione dei due Gruppi le cui rispettive azioni confluiscono in una holding olandese il cui CdA sarà composto da John Elkann, Sergio Marchionne, Andrea Agnelli, Tiberto Brandolino D’Adda, Glenn Earle, Valerie A. Mars, Ruth J. Simmons, Ronald L. Thompson, Patience Wheatcroft, Stephen M. Wolf ed Ermenegildo Zegna; tra questi non figura più l’uscente Luca Cordero di Montezemolo.

L’AD Sergio Marchionne nel corso del CdA di Londra ha dichiarato che “Di fronte alle grandi trasformazioni non possiamo più permetterci il lusso di guardare alle nostre attività riducendo la prospettiva ai confini storici e ai domicili legali. La sfida è molto più grande e più complessa” ha aggiunto Sergio Marchionne. Alla Fiat “non ci accontentiamo di essere mediocri, ora siamo pronti a compiere il salto di qualità. Le scelte coraggiose che abbiamo fatto finora, e anche l’operazione che vi sottoponiamo oggi, sono basate su questo approccio: vogliamo portare la Fiat all’altezza delle sfide più ambiziose. Questa è un’azienda che può e deve puntare in alto”.

Estero

Sergio Marchionne, da sempre sostenitore del processo di internazionalizzazione e della necessità di dare dimensioni diverse al Gruppo, ha definito la nascita di FCA un nuovo punto di partenza.

Queste le tappe fondamentali che hanno portato il Gruppo all’attuale nuova impostazione:

  • 2004 il gruppo era (parole di Marchionne) “sull’orlo del fallimento”.
  • 2009 alleanza con Chrysler.
  • 2011 nascita di Fiat e Chrysler e separazione delle attività di Cnh Industrial.
  • agosto 2014: attuale fusione in merito alla quale Marchionne ha dichiarato che “rappresenta un salto epocale, perché dopo 115 anni segna la fine di un lunghissimo ciclo storico. Ci sono aspetti emotivi collegati all’operazione, al fatto di cambiare nome e sede legale, ma il progetto da cui nasce Fiat Chrysler Automobiles apre un futuro nuovo per la nostra azienda dandole anche dal punto di vista societario una statura internazionale, oltre che prospettive di crescita solide e concrete”.

Il Piano di sviluppo di FCA prevede che, nell’arco dei prossimi 5 anni, si ottengano ricavi superiori a 130 miliardi di euro ed un utile operativo che triplichi quello dello scorso anno portandolo attorno ai 9 miliardi di euro per un utile netto di circa 5 miliardi di euro (il quintuplo di quello dell’anno scorso); tutto ciò è legato al traguardo di vendita che si è prefisso Marchionne (“7 milioni di vetture vendute all’anno distribuite in modo bilanciato nelle quattro aree geografiche, con una presenza significativa anche in Asia”).

L’addio a Torino ed il conseguente trasferimento della sede del gruppo ad Amsterdam “è dovuto al contesto internazionale che caratterizza tale Paese” e, vista la legislazione locale, lì si terrà in futuro l’annuale Assemblea degli azionisti FCA mentre il CdA si terrà a Londra per già citati motivi relativi alla quotazione del titolo alla Borsa di N.Y.

Marchionne ha anche ribadito che “In tutte le scelte che abbiamo fatto e che faremo cerchiamo sempre il giusto equilibrio tra logica di profitto e responsabilità sociale, tra ritorno economico e sviluppo sostenibile. Siamo radicati nei territori in cui operiamo e vogliamo svolgere un ruolo attivo nello sviluppo delle comunità insieme alle quali abbiamo pianificato la nostra crescita” e questa affermazione ci porta automaticamente al rapporto fra il Gruppo ed il nostro Paese. 

Italia

John Elkann ha confermato una volta di più ribadito che il Gruppo intende continuare ad essere “protagonista in Italia” e che “la delocalizzazione non implica l’intenzione di ridurre le attività industriali di Fiat in Italia. Fiat non sta lasciando l’Italia. Le attività italiane del Gruppo e un impegno generale nei confronti del Paese rimarranno immutati” tanto che Torino rimarrà il quartier generale delle attività europee del Gruppo.

Il neonato Gruppo deve ora affrontare, per limitarsi all’Italia, il rilancio dell’Alfa Romeo, il lancio della produzione del SUV a Mirafiori e la ristrutturazione di Cassino; e i sindacati su questo fronte attendono chiarimenti mentre la nascita della FCA suscita preoccupazioni di parte, per non dire certezze, ben stigmatizzate dall’immagine sottostante (fonte ilNord.it).

foto 5Allargando il discorso al sistema paese Marchionne si è poi direttamente rivolto al premier Renzi raccomandando di “andare avanti e non guardare in faccia nessuno” e di “spronare l’attività delle imprese per ridurre assolutamente la disoccupazione”.

La riunione del CdA Fiat Chrysler

A Londra si è riunito per l’ultima volta (il futuro sarà di FCA) il consiglio di amministrazione per l’approvazione, regolarmente avvenuta, dei conti del secondo trimestre 2014:

  • utile netto di € 267,2 milioni (+7,4 rispetto ai 259,8 dell’analogo periodo 2013);
  • ricavi € 6,6 miliardi (+0,3 rispetto ai 6,57 del secondo trimestre 2013);
  • perdite operative dei veicoli commerciali (Cnh) per 15,7 milioni di euro dagli 8,2 milioni dell’analogo periodo dell’anno scorso; Iveco, stando alle dichiarazioni del Ceo Richard Tobin, dovrebbe tornare in utile entro fine anno.

Comunque il titolo Cnh, è cresciuto a Piazza Affari del 3,75%, mentre quello Fiat, dopo la presentazione dei conti, è sempre in perdita probabilmente a causa del debito che, nonostante sia diminuito, permane alto.

Risultati Chrysler in USA

Il luglio appena passato è stato il migliore dal 2005 e ha rappresentato il cinquantaduesimo mese consecutivo di crescita delle vendite di Chrysler Group LLC (Chrysler, Jeep, Dodge, Ram Truck e Fiat) che ha fatto registrare un bel +20% (167.667 «pezzi») rispetto a luglio 2013 (140.102 vetture). 

L’impegno della famiglia Agnelli

Durante l’assemblea, il Presidente della Fiat, John Elkann, ha detto di aver letto “in questi giorni su alcuni giornali che la mia famiglia sarebbe «stanca» e che vedrebbe di buon occhio un disimpegno per dedicarsi ad attività meno faticose o meno rischiose”; a tale riguardo conferma invece “il mio impegno personale e della mia famiglia per continuare a sostenere FCA, a maggior ragione ora che si profilano all’orizzonte grandi opportunità” ed ha anche sottolineato che tanto quanto la famiglia vogliono “continuare ad essere protagonisti attivi in Italia, dove la nostra storia è iniziata”.

[ Giovanni Notaro ]