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ACI: riparte da Torino una storia lunga 110 anni

Un convegno sulla storia dell’auto ha celebrato il 110esimo anniversario della nascita dell’ACI. L’evento si è svolto a Torino, città dell’auto per definizione: dove nel 1905 nacque l’ente per la tutela degli automobilisti e, oggi, è stato sancito un nuovo accordo tra ACI e gruppo FCA

Angelo Sticchi Damiani, Jean Todt e John Elkann

Angelo Sticchi Damiani, Jean Todt e John Elkann

Correva l’anno 1905, e le cose andarono più o meno così: nove gentiluomini, appartenenti agli Automobile Club di Torino, Milano, Firenze, Genova e Padova, si riunirono nella città sabauda per fondare il Regio Automobile Club d’Italia. Fra i nove fondatori c’era anche il Cavalier Giovanni Agnelli, Presidente della Fabbrica Italiana Automobili Torino. Presidente nel neonato ente, fu eletto il Marchese Carlo Benedetto Ginori Lisci, mentre Sua Maestà il Re accettò la Presidenza onoraria.

110annidistoria_palazzobricherasio_autopop-299x300Una delle prime iniziative del neonato ente, fu quella di regolamentare lo sport automobilistico, e approvare i regolamenti sportivi delle prime grandi corse in via di organizzazione: come la Targa Florio, svoltasi per la prima volta nel 1906, e la Coppa d’Oro di regolarità, organizzata dall’Automobile Club di Milano. Venne a tale scopo istituita la Commissione Sportiva, presieduta dal Marchese Camillo di Soragna.

Oltre al potere sportivo l’ACI assunse una forte connotazione internazionale, partecipando alla fondazione della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), di cui divenne vice-Presidente il Marchese Alfonso Ferrero di Ventimiglia. Nel 1906 fu la volta della prima scuola guida e l’anno seguente, durante l’Esposizione Internazionale di Milano, fu proprio l’ACI a sollecitare normative specifiche per regolare la circolazione stradale, e l’uso del clacson.

Nel 1909, per protesta contro le troppe tasse sui veicoli, ACI sospese l’operato del Corpo Nazionale Volontari Automobilisti, il cui scopo era il soccorso immediato alle popolazioni colpite da disastri e calamità naturali. Va sottolineato che il Governo di allora, proprio per la determinata azione decisa del Club degli automobilisti, fece una temporanea marcia indietro: i Volontari Automobilisti continuarono così il loro operato, anche durante il conflitto mondiale scoppiato qualche anno dopo.

Nel 1923 ACI fornì un contributo determinante alla stesura del primo Codice della Strada che, fra le altre regole, stabilì definitivamente la circolazione sulla destra delle carreggiate: e fu proprio su indicazione dell’Automobile Club d’Italia che si pose fine, una volta per tutte, all’incertezza che regnava sovrana sulla mano da tenere. Pochi ricordano, infatti, che mentre in alcune città era stabilito di tenere la mano sinistra per conformarsi alla circolazione delle vetture tranviarie (che circolavano, infatti, a sinistra, come tuttora avviene con le ferrovie), nelle strade extraurbane vigeva la generica prescrizione di tenere la destra. A complicare le cose, il Regio Decreto n. 416 del 1901, che confermava il diritto per ogni provincia di stabilire autonomamente le regole della circolazione. Mano da tenere inclusa. Accadeva, ad esempio, che nella provincia di Vicenza si tenesse la destra, mentre nella vicina Verona si tenesse la sinistra. Con le conseguenze che possiamo immaginare.

La strada statale Pontina

La strada statale Pontina

L’attenzione per la congruenza delle regole alle esigenze specifiche della collettività fu uno dei punti di riferimento con cui, nel 1950, venne organizzata la prima Conferenza del Traffico e della Circolazione, organizzata dall’ACI a Stresa e, da allora, divenuta un appuntamento fondamentale per gli addetti al settore. In quella prima Conferenza, ben 250 esperti discussero del problema della ricostruzione della rete stradale nazionale, che portava ancora i pesanti segni della Seconda Guerra Mondiale, ma anche dell’etilismo come causa di incidenti stradali e, di conseguenza, della necessità di misurare il tasso alcolemico dei conducenti. Fu in quell’occasione che si parlò, per la prima volta, di Piani regolatori del traffico, di spazi per la sosta, della larghezza minima delle strade e di educazione stradale nelle scuole: e questo, ben 50 anni prima che tale materia venisse resa obbligatoria negli istituti scolastici.

ACI110soccorsostradale2Nel 1955 entrò in funzione il Soccorso Stradale ACI, che in 60 anni ha effettuato milioni di interventi sull’intera rete viaria nazionale e i cui lavoratori sono stati insigniti nel 1989 dal titolo di «buoni Samaritani» dal Pontefice Giovanni Paolo II.  Dieci anni dopo, nei locali ACI di via Magenta, a Roma, fu allestito il primo servizio istituzionale di informazioni sul traffico: denominato «Buon Viaggio», era prodromico ai successivi notiziari «Onda Verde», al ruolo dell’ACI presso il CCISS e, successivamente, alle iniziative di Radio Traffic e di ACI Infomobility.

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La storia dell’ACI ebbe così inizio a Torino, 110 anni orsono. E per celebrare questa ricorrenza si è svolto il convegno «L’ACI e la storia dell’auto in Italia»: un convegno che ha evidenziato l’attività di monitoraggio della circolazione stradale, passando dai 2.229 veicoli circolanti nel 1905 ai 37 milioni di oggi, evidenziando puntualmente ogni anomalia del sistema di mobilità. Con il continuo monitoraggio dell’andamento e delle cause degli incidenti stradali, l’ACI ha contribuito a innalzare gli standard di sicurezza stradale: se nel 1938 (anno con le prime statistiche ufficiali sui sinistri) gli incidenti coinvolgevano 108 auto ogni 1.000 circolanti, oggi il problema riguarda meno di 5 veicoli su 1.000.

La più antica istituzione nazionale nella «mobilità» ha dunque, al suo attivo, un percorso carico di storia: un percorso che prosegue attraverso l’innovazione dei servizi nell’auto e nel turismo, forte dell’essere la più grande libera associazione di cittadini, con oltre un milione di famiglie associate.

Altavilla - Sticchi Damiani“ACI è l’auto dell’Italia: la nostra storia costituisce le più solide fondamenta per il futuro della mobilità nel Paese – ha dichiarato il Presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damianie l’esperienza accumulata in 110 anni a servizio degli automobilisti ci permette di garantire verso la collettività e lo Stato un’azione efficiente ed innovativa a supporto costante dell’economia, della società, della sicurezza stradale, della salvaguardia ambientale e dell’ammodernamento della Pubblica Amministrazione. Forti di un così grande know-how, forniamo allo Stato nuovi e vantaggiosi servizi che facilitano la vita ai cittadini, consentono notevoli risparmi per le istituzioni e garantiscono nel tempo i più grandi benefici in termini di semplificazione delle procedure e contenimento dei costi della P.A.”.
Nell’ambito delle celebrazioni dei 110 anni dell’ACI, FCA Italy e Automobile Club d’Italia hanno stretto un accordo di partnership per sviluppare, congiuntamente, una serie di attività rivolte agli automobilisti e, in particolare, ai soci e ai dipendenti dell’Aci e alle rete di autoscuole del circuito Ready2Go. L’accordo è stato raggiunto da Angelo Sticchi Damiani e da Alfredo Altavilla (COO di FCA per la Region EMEA).

[ Alessandro Ferri ]