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La sfida della Acciona 100% EcoPowered

Quasi una provocazione la scesa, nella massacrante gara della Dakar, di una vettura totalmente elettrica. Nessuna ambizione di vincere, nemmeno di effettuare tutte le tappe, solo l’orgoglio di esserci, ovviamente anche per testare sul campo la tecnologia raggiunta dalla vettura spagnola

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La Acciona è tra le più importanti aziende mondiali che si occupano di energia rinnovabile e per questa 37a edizione della Dakar ha preparato un buggy 100% elettrico che partecipa nella speciale categoria «T1 NRJ Energies Alternatives» specificatamente creata dagli organizzatori per vetture spinte da motori «verdi».

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Questa vettura è pilotata dallo spagnolo Albert Bosch, un «uomo avventura» che ha già al suo attivo 8 Dakar, in auto, in moto e quad, ma anche altre spedizioni nel deserto e in Antartico. In questa occasione è affiancato come navigatore da Agustín Payá, pilota nel campionato ECO Series riservato ai veicoli elettrici.

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Acciona zero emissioni…

Il telaio di questo buggy è realizzato con tubi in cromo-molibdeno per le sue caratteristiche di leggerezza e rigidità torsionale. Su questa struttura tubolare è montato un motore elettrico che eroga 300 cavalli con un peso di soli 80 kg, ma 1.600 kg di batterie.

Come in tutte le vetture elettriche, il maggior problema è costituito dall’autonomia e alla Dakar non è un problema da poco. Considerando la lunghezza delle tappe, le vetture tradizionali devono avere una autonomia di oltre 800 km, ma per la Acciona questo range è impensabile. Nonostante i 4 pack batterie per un totale di 140 kWh, più del doppio della Tesla Model S, ogni 350 km la Acciona ha la necessità di essere ricaricata.

Allo scopo i pack batterie scarichi possono essere sostituiti rapidamente con altri carichi.

Per contenere il consumo delle batterie, un pannello fotovoltaico fornisce l’energia necessaria alla strumentazione e ai servizi vari.

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La Acciona non aveva nessuna ambizione di competere con le vetture convenzionali, il fine era di testare nuove tecnologie nel campo delle elettriche. Purtroppo questo obiettivo si è interrotto già durante la seconda tappa della Dakar. La vettura era troppo lenta e ad un controllo orario è arrivata oltre il tempo massimo con conseguente squalifica dalla corsa.

Pur fuori classifica e senza effettuare le Prove Speciali, l’equipaggio ha voluto prendere ugualmente il via della 3a tappa o quantomeno effettuarla, probabilmente per testare il propulsore elettrico e le batterie fino ai 3.500 metri di quota che la tappa prevedeva, alla fine della quale poi si sono ritirati definitivamente.

Senz’altro l’obiettivo era di arrivare più avanti nella massacrante corsa argentina, ma sia la Acciona che il suo equipaggio possono sempre dire di essere stati i primi a partecipare alla Dakar con una vettura elettrica al 100%.

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Tanto per essere precisi, alla Dakar del 2012, c’era già stata la partecipazione di una vettura elettrica, la Oscar Eo del Latvian Dakar Team pilotata da Maris Saukans con il co-pilota Didzis Sarins, ma non era 100% elettrica. Si trattava di una vettura progettata dal lettone Andris Dambis, un veicolo molto evoluto qualitativamente e molto veloce per la Dakar, raggiungeva i 150 km/h, però aveva anche un motore termico.

Di fatto non era una vettura ibrida nel senso attuale del termine, in quanto il motore V6 da 3 litri, quello della Nissan Pathfinder, aveva il solo compito di ricaricare le 160 celle delle batterie Winston-Hightech da 52 kWh, mentre in gara la vettura era spinta elusivamente dal motore elettrico che erogava una potenza media di 150 kW (204 cv) con picchi fino a 335 kW (455 cv) per una autonomia di quasi 1.000 km! Il cambio era sequenziale a 6 rapporti ed aveva anche il Kers per il recupero di energia. Purtroppo dovettero ritirarsi dalla corsa alla 7a tappa.

Paolo Pauletta